E se il VR fosse la macchina dell’empatia?

E se il VR fosse la macchina dell’empatia?

Lo avrai sicuramente provato il caschetto più interessante degli ultimi anni. Parlo di quei dispositivi che ti consentono di fruire contenuti in VR (letteralmente Virtual Reality), hai presente? Ora, se una persona qualsiasi ne vede esclusivamente l’effetto wow e cerca di sfruttare la potente ma breve onda dell’effetto novità, un designer, soprattutto se di esperienze, deve cercare differenti approcci per proporre ai miei partner come te un senso per poter applicare un contesto tecnologico ed artistico come questo nel proprio business. 

Cerchiamo di comprendere meglio il mezzo: un sensore collegato ai movimenti della tua testa ti permettere di agganciare quello che vedi e farlo muovere in sincrono con i movimenti della tua testa. Se parliamo meno in tecnichese vuol dire che è come se stessi osservando una scena di qualsiasi tipo dalla prospettiva di chi la vede. 

Ecco il punto. 

Il primo a comprendere l’uso di questo strumento in maniera così profonda fu l’artista Chris Milk nel suo Ted Talk dove presentò un film in VR chiamato “clouds over Sidra”, che faceva immedesimare lo spettatore nell’esperienza di una bambina rifugiata siriana. Interessante. Dove una news presenta i fatti, un’esperienza in VR riporta tutto al sentire umanamente la profondità degli eventi. 

Questo vuol dire empatia, mettersi completamente nei panni degli altri. E il VR sembra particolarmente tagliato per questo.

Pensiamo al campo medico allora. Il professor Patrick Bordnick lo usa come strumento terapeutico per aiutare chi ha forme di dipendenza a gestire ciò che li mette alla prova. Ma ancora si usa il VR unito a diversi sensori cardiaci e di respirazione per comprendere cosa fa particolarmente effetto sugli esseri umani.

Insomma, una macchina che ci aiuta a simulare un esperienza da remoto al fine di farci immergere in qualcosa di lontano da noi.

E tu? per cosa ti potrebbe essere utile qualcosa del genere in qualcosa di meno impattante come un business?

 

Ecco alcuni esempi: 

  • Un Bar o Ristorante ci porta nel dietro le quinte della preparazione o nella ricerca di un piatto, in posti dove solitamente possono essere presenti solo addetti ai lavori, magari poco prima di assaporare quella stessa pietanza. 

 

  • Un centro fitness aiuta i suoi iscritti a comprendere pienamente come fare un determinato esercizio dal punto di vista del preparatore stesso, così da evidenziarne le peculiarità.

 

  • Un addestratore cinofilo potrebbe far vivere ad un padrone le corrette procedure da operare per migliorare il rapporto con il proprio cane in determinate situazioni, evidenziando punti su cui migliorare e zone critiche.

 

  • Un artigiano produce il proprio prodotto in compagnia del cliente, in una situazione particolarmente intima ed esclusiva

 

  • Un’agenzia immobiliare non mostrerà solo il 360 della casa, ma fa vivere al futuro proprietario un assaggio del meglio del vivere quell’immobile

 

  • Un’organizzatore di matrimoni può far vedere location, decorazioni e allestimenti esattamente come gli sposi li vivranno.

 

E sono solo pochi esempi, ma non pensi possano fare la differenza quando spesso e volentieri parliamo di “vivere” un’esperienza? Pensa quanti possono avere un assaggio di quello che fai e restarne effettivamente catturati, non solo informati.

 

Tutto questo, inutile dirlo, possiamo crearlo per te. Stai già pensando come utilizzare al meglio questa macchina dell’empatia? Fammelo sapere.

Designer, founder of the Digital company Ex Design Studio.